ZES
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APPROFONDIMENTI della nostra redazione
Il decreto Sud passa l’esame della Camera. Ieri è arrivato il voto finale dell’Aula – con 171 voti favorevoli e 113 contrari – dopo che il governo lunedì aveva ottenuto la conferma della fiducia. Il provvedimento, che arriva ora in Senato, ha due capitoli centrali: la nuova governance del Fondo sviluppo e coesione, che prevede Accordi di coesione tra il ministero del Sud e le amministrazioni che dovranno spendere le risorse, e l’istituzione della Zona economica speciale unica. Quest’ultima diventerà operativa dal 1° gennaio 2024 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna in sostituzione delle attuali otto Zes attive su base regionale o interregionale. La governance viene trasferita a una Cabina di regia presso Palazzo Chigi, affiancata da una Struttura di missione. Le imprese che si insediano nella Zes unica continueranno a godere delle semplificazioni con autorizzazione unica e del credito di imposta per gli investimenti iniziali, con soglia minima di investimento a 200mila euro, però, e copertura per il solo periodo 1 gennaio-15 novembre 2024 inserita in legge di bilancio (1,8 miliardi di euro). L’Ires dimezzata per sette anni, invece, continuerà a valere solo per nuove iniziative avviate nelle attuali Zes entro il 31 dicembre 2023. Per quanto riguarda le semplificazioni, in commissione sono stati approvati dei correttivi per ridurre il rischio di congestionamento delle pratiche presso l’ufficio centrale di Palazzo Chigi. A questo scopo, in attesa che diventi pienamente operativo il nuovo sportello unico digitale, le domande di autorizzazione unica potranno essere presentate agli sportelli già attivati in base alla vecchia disciplina oppure, nel caso di nuove aree rientranti nella Zes unica, agli sportelli unici attività produttive del territorio. Un ulteriore correttivo apportato in commissione precisa che anche nella Zes unica potranno essere istituite zone franche doganali intercluse. La programmazione Fsc 2021-2027 è stata modificata in un’ottica di maggiore centralizzazione. Le risorse, anziché essere ripartite tra settori di intervento o obiettivi (agricoltura, imprese, infrastrutture, ecc.), sono imputate dal Cipess direttamente ai soggetti che gestiranno gli interventi attuativi (ministeri e regioni/province autonome). Ma l’assegnazione viene deliberata solo dopo la firma di un Accordo di coesione tra la singola amministrazione e il ministero guidato da Raffaele Fitto. Gli Accordi – che sostituiscono i Piani sviluppo e coesione della precedente programmazione – contengono il dettaglio degli interventi da finanziare e il relativo cronoprogramma da rispettare, pena il definanziamento. Una modifica approvata in commissione Bilancio alla Camera prevede che l’anticipazione concedibile alle amministrazioni titolari (fino al 10%) possa essere erogata anche in più soluzioni. Tra le novità inserite in commissione, c’è l’articolo 6 comma 2-bis sugli interventi di efficienza energetica: viene prevista la cumulabilità degli incentivi riconosciuti nell’ambito dei contratti istituzionali di sviluppo, dei contratti di sviluppo, del Pnrr o del Fondo per la transizione industriale con i certificati bianchi (il limite di quest’ultimi spettanti è però ridotto, in questi casi, del 50%). Via libera anche all’emendamento che prevede misure per la realizzazione dell’aeroporto civile di Agrigento.
Il Decreto SUD prevede l’istituzione della nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno – la c.d. “ZES unica”. L’esercizio di attività economiche da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno nelle 8 regioni della ZES Unica potrà beneficiare di semplificazioni amministrative e burocratiche, nonché di consistenti agevolazioni fiscali. Considerati i tempi di conversione del DL e dei relativi provvedimenti attuativi, ed alla luce della scommessa del Governo su queste misure, vi sono a nostro avviso tre punti che meritano attenzione. La gestione della fase transitoria. Dopo un periodo di stallo, alcune ZES hanno finalmente cominciato ad operare con successo, attirando considerevoli investimenti, soprattutto nelle zone portuali di interesse europeo. La sostituzione delle attuali 8 ZES con una nuova ZES unica comprendente tutto il Meridione, deve essere accompagnata da un dettagliato e partecipato disegno di politica industriale. Tale disegno dovrà identificare i settori oggetto di agevolazione in modo sufficientemente ampio, ma al tempo stesso concentrare l’intervento su quegli investimenti che sono davvero in grado di portare sviluppo produttivo, spillover tecnologici e ricadute occupazionali, evitando che le agevolazioni si disperdano in mille rivoli. In forza del decreto Sud, il Piano Strategico della ZES Unica sarà parte di un DPCM, che verrà redatto dalla costituenda Struttura di Missione ZES con la partecipazione delle regioni interessate. Considerato che la partenza della ZES Unica è prevista per il 1 gennaio 2024, i tempi sono a dir poco sfidanti. La gestione della fase ordinaria. Il Decreto introduce un nuovo meccanismo di coordinamento centralizzato, in forza del quale, a seguito della presentazione dell’istanza allo sportello unico digitale, nei successivi tre giorni la Struttura di missione ZES – istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – indica una conferenza di servizi semplificata. La determinazione motivata della conferenza di servizi semplificata sostituisce ogni altra autorizzazione, consentendo la realizzazione di tutte le opere, prestazioni e attività previste nel progetto. La semplificazione, se tale sarà, è certamente benvenuta ma la centralizzazione delle responsabilità potrebbe generare problemi logistici e operativi. La Struttura potrebbe infatti trovarsi nella posizione di dover coordinare un elevato numero di conferenze di servizi a livello locale, con il rischio concreto di creare rallentamenti, paralizzando di fatto l’intero sistema. In questo contesto, sarebbe opportuno prendere in considerazione l’introduzione di meccanismi che mirino a velocizzare il processo decisionale per progetti di particolare rilevanza ed importanza economica. La razionalizzazione delle agevolazioni fiscali . Si comprende come, viste le risorse necessarie a coprire l’ampliamento dell’ambito territoriale, non sia stato possibile mantenere l’agevolazione applicabile nelle 8 ZES in forza della quale è prevista la riduzione dell’IRES del 50% per 7 periodi di imposta. D’altro canto, il Decreto SUD irrobustisce i benefici del credito di imposta ZES portando le intensità di aiuto fino al 60% per le piccole imprese. Preoccupa tuttavia il fatto che il Decreto preveda l’applicazione del credito di imposta soltanto per gli investimenti effettuati dal 1 gennaio 2024 fino al 15 novembre 2024, un orizzonte temporale troppo limitato. Occorrerà poi valutare come il nuovo credito di imposta interagirà con gli incentivi 4.0. Sembra inoltre che il meccanismo di fruizione dell’incentivo non sia più automatico come è attualmente, ma a domanda, con ripartizione delle risorse in base all’ordine cronologico delle domande pervenute oppure proporzionalmente. Anche questo aspetto rischia di generare incertezza e mancanza di prevedibilità per i soggetti che stanno valutando investimenti nel sud Italia. In aggiunta, l’attuale testo del Decreto SUD nulla specifica in relazione all’utilizzabilità del credito d’imposta. Soprattutto se il meccanismo di fruizione è basato su prenotazione ed allocazione delle risorse, potrebbe essere presa in considerazione l’opzione di rendere il credito d’imposta scontabile da parte del venditore di beni strumentali, favorendo quindi indirettamente la filiera del made in Italy. Infine, potrebbe essere utile ragionare sul fatto che il 50% dell’agevolazione possa sostenere l’acquisto di terreni e la costruzione di fabbricati. La percentuale potrebbe essere ridotta per evitare gli errori compiuti nei primi anni 2000, che hanno contribuito a disseminare di capannoni, oggi vuoti, interi territori d’Italia. La ZES SUD è un segnale importante, con enormi potenzialità. Se si vuole compiere una svolta significativa nelle politiche a favore del Mezzogiorno, i tre punti vanno affrontati in modo rapido ed efficace.