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Vittimologia e politica criminale. Un matrimonio necessario
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La vittima è oggetto o soggetto politico? Inizialmente considerata mero “oggetto” su cui ricadeva l’azione delittuosa, l’offeso si è visto riconosciuto un ruolo sempre più importante nel sistema dei delitti e delle pene. Sovente la vittima è strumentalizzata dal potere politico per sostenere legislazioni sicuritarie e repressive; tali scelte politico-criminali sfruttano il senso di insicurezza collettivo, per mettere in atto leggi idonee ad offrire una sicurezza “simbolica” e “temporanea”, non mancando di risolversi, addirittura, in provvedimenti che possono essere criminogeni, perché connotati da elementi che determinano un “disorientamento” culturale e sociale. Ma chi è la vittima e come viene considerata nella legislazione? Il percorso in cui si snoda l’opera parte dall’analisi della graduale consapevolezza del ruolo della vittima e dalla necessità di mettere in rilievo la vittimizzazione susseguente al crimine, ai fini di individuare gli elementi indispensabili da tenere in considerazione nelle scelte politico-criminali a salvaguardia delle vittime.