Il lavoro si occupa dell’elusione e dell’abuso come criteri per l’ascrizione di responsabilità penale, con l’obiettivo di verificarne la compatibilità con gli standard di determinatezza e tassatività del precetto. Si muove dall’analisi dell’elusione come elemento del reato, dentro e fuori dal codice penale e anche in prospettiva storico-comparatistica, indagandone la polisemia dogmatica e la natura ibrida fra il descrittivo e il normativo. In particolare, si vaglia la sua capacità di coesistere, nel sistema penale, con concetti più “tradizionali”, quali la frode o la simulazione. Si analizza successivamente il rapporto tra l’elusione e l’abuso, indicando una collocazione dogmatica per quest’ultimo concetto e per gli argomenti (in primis l’abuso del diritto) ad esso collegati, sempre nella prospettiva della prevedibilità in diritto penale. Sullo sfondo della ricerca stanno gli inevitabili costi di tale prevedibilità e i rischi che si corrono tentando di porvi rimedio in sede interpretativa.