Dal 1 marzo 2023, a seguito dell’approvazione del decreto legislativo n. 149 del 2022, ha debuttato la riforma “Cartabia” del processo civile. (2024 – 2025) Un maestro della nostra disciplina amava ripetere, in tono amaramente sarcastico, come “il diluvio delle leggi processuali, mal scritte e mal congegnate, non si sia ancora arrestato e pare, ulteriormente, proseguire”. La reale sensazione che la prima lettura del riformato codice di procedura infonde nello studioso è che il processo civile abbia cambiato pelle, mutando l’originaria propria natura: non più luogo di parità tra le parti ove si attua la volontà concreta della legge, ma, ben più pragmaticamente, una nuova visione burocratica del rito quale luogo ove è necessario trovare una accettabile soluzione al caso concreto e nel minor tempo possibile. Solo l’esperienza dei prossimi anni ci dirà se la riforma che oggi commentiamo avrà ottenuto i risultati che si era proposta o se, ancora una volta, ci saremo affaticati a raccontare l’ultima goccia di “quel triste diluvio, mal scritto e peggio pensato”, ricominciando a spingere i massi del nostro studio nell’eterna ed, in definitiva, irrisolta pena imposta agli ignavi.